temporany store per esterno ad autosufficienza energetica
Progettista: Arch. Carmen Fratantonio
Tesi di laurea in Scienze dell'architettura
Relatore: Prof. Arch. Alfonso Morone
2009
Partendo dall’esigenza di rendere flessibile le strutture architettoniche per poter
collimare alla natura ciclica e temporanea delle merci,viene analizzata una nuova formula commerciale dove la parola chiave è “temporaneo”,ideata nel 2003 negli Stati Uniti ed esportata in alcuni paesi europei.
Il “temporany store”,identifica i punti di vendita con apertura a tempo indeterminato. In queste attività la chiusura è fissata dagli obiettivi programmatici dell’azienda o dall’impresa che sostiene il progetto e viene rispettata categoricamente a prescindere dagli esiti positivi e negativi di quest’ultimo in termini economici. Inoltre tale scadenza viene comunicata apertamente al consumatore a partire dalla data di apertura,garantendo,il venir meno del carattere dell’imprevedibilità.
IL CONCEPT,obiettivi
L’obiettivo prefissato è stato quello di creare un temporany store per esterno,che comunicasse la sensazione del viaggio. Il viaggio nel senso di ripresa della tradizione,memoria.Un viaggio all’interno di culture diverse che possono interagire tra di loro attraverso l’abbattimento del limite geografico e il suo superamento.
Una catena di associazioni visive e formali,parlano di innesti e trapianti culturali.Un riferimento alla sapienza degli artigiani depositari delle tradizioni dei ricami,delle stoffe,delle tessiture,riprova dei procedimenti che la produzione in serie minaccia di cancellare. Tutto questo reso reale lavorando in relazione ad una marca.
Il temporany store è previsto come un organismo autonomo per quanto riguarda l’alimentazione elettrica in modo da poter essere situato in qualsiasi tipo di sito.
LA MARCA,Antonio Marras il poeta dell’abito
Antonio Marras è nato ad Alghero in Sardegna nel 1961.
Il suo ingresso nella moda avviene nel 1987. Alle spalle non vi è una scuola ufficiale ma un insopprimibile esigenza di esprimersi e una fortunata casualità. Da sempre ha vissuto in mezzo alle stoffe e agli scampoli della bottega del padre,Antonio sviluppa una sensibilità e una passione verso i tessuti che convincono un imprenditore romano ad affidargli la creazione della sua prima collezione.
Nel 1996 il debutto vero e proprio nell’Alta Moda segna l’inizio di una serie di viaggi nella tradizione,una rivisitazione individuale ed orgogliosa di ricordi collettivi:le donne che emigrano in Argentina,le donne di miniera o le donne emerse da un Medioevo rivissuto nella memoria. Sono collezioni spiccatamente narrative,in cui la ricerca formale si carica di sensi simbolici,e in cui gioca un ruolo importante il gusto del contrasto colto:bruciature di tessuti preziosi,garze stramate e ricami sontuosi,orli a vista broccati.
Nel Marzo 1999 Antonio firma la prima collezione che porta il suo nome. Vi confluiscono tutti i temi della sua ricerca:la decostruzione della forma,l’ornamento interpretato come elemento simbolico,la seduzione del viaggio e dell’incontro con altre culture,lo struggimento della memoria e della nostalgia,l’uso dei tessuti ed elementi vintage come ritorno al passato. Temi che trovano pieno sviluppo nel “Laboratorio”, vera stanza segreta della creatività.
Non piu’ pret-à-porter,non proprio couture,questa linea prodotta in serie limitata,comprende abiti che non saranno mai uguali perché figli degli scampoli di tessuto che non hanno serie,sovrapposizioni non ripetibili,alterazione delle forme e delle proporzioni e ancora stoffe maltrattate crudelmente(strappate,dipinte,bruciate,infeltrite,macchiate,incrostate di sale e silicone) o impreziosite da una decorazione fantasticamente esuberante.